Uno degli obiettivi del nostro progetto è aprire la scuola ai territori e favorire il dialogo con le comunità coinvolgendo il più possibili i cittadini in attività culturali e artistiche.

Proprio da qui nasce l’idea di creare a Primavalle (Roma), al San Giovanni Apostolo (Palermo) e a Favara dei “Musei Collettivi di Quartiere” per raccontare le storie di luoghi e di persone.

Vogliamo lavorare con le comunità sul ripensamento e la narrazione degli spazi pubblici, utilizzare gli oggetti e i luoghi come strumento di engagement e attivare una metodologia che si avvicina alle pratiche ecomuseali.

Ma cosa sono gli Ecomusei e cosa c’entrano con i “Musei colletivi di quartiere”?

Sono due museologi francesi, Hugues de Varine e Georges-Henri Rivière, a teorizzare l’ecomuseo e intenderlo come “un patto tra cittadini che decidono di prendersi cura di un territorio”. La pratica ecomuseale ha tanto in comune con l’idea del Museo Collettivo di Quartiere, un dispositivo che rappresenta un territorio e ciò che sono i suoi abitanti, a partire dalla cultura viva delle persone, del loro quartiere, da quello che desiderano raccontare.

L’idea del Museo Collettivo di Quartiere nasce dal bisogno di trovare un metodo innovativo e partecipativo in grado di coinvolgere la comunità locale, creare uno strumento che possa facilitare la collaborazione tra le realtà attive nei diversi territori, consolidare una comunità educante.

Attraverso degli incontri e momenti laboratoriali con le associazioni, gli abitanti e la scuola, con la comunità di P.arch raccoglieremo storie individuali e collettive, una ricostruzione di una memoria urbana che parte dalla storia dei quartieri e delle comunità. Lavoreremo sugli oggetti, andremo a individuare quegli oggetti legati al quartiere che abbiano un valore affettivo per gli abitanti (per loro stessi, per la loro famiglia o per i loro amici).

Andremo così a lavorare sulla costruzione di un piccolo museo all’interno di una comunità che negozia i propri parametri di rappresentazione e di relazione con e nello spazio urbano. Uno spazio aperto, flessibile, attraversato dalla vita quotidiana delle persone.

Ogni territorio sperimenterà modalità differenti di coinvolgimento in modo da adattarsi al meglio alle specificità del territorio.

P.arch cerca di essere vicino alle comunità dei territori coinvolti soprattutto in un momento in cui la relazione tra le persone è così difficile e tremendamente importante.

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