RACCONTARE IL QUARTIERE ATTRAVERSO LE VOCI DI CHI CI VIVE

Come fare a tessere una comunità educante in pieno periodo pandemico per dare voce alle storie del quartiere e rileggere gli spazi pubblici?

Il Museo collettivo di quartiere, inteso come dispositivo narrativo e come luogo che raccoglie un patrimonio culturale collettivo, ci è parso subito la forma più adatta per avviare una narrazione sul presente e immaginare il futuro.

L’idea si inseriva in un ripensamento delle dinamiche di community engagement post pandemia per sperimentare nuove pratiche comunitarie, suggerita da CLAC e affidata all’Ecomuseo Mare Memoria Viva per Palermo, l’Ecomuseo Casilino per il quartiere Primavalle di Roma e Farm Cultural Park per la cittadina di Favara.

Abbiamo dunque iniziato a co-progettare i 3 Musei di quartiere e il processo di partecipazione attiva con cui costruirli, che metteva al centro le persone, le loro storie e le loro voci.

A Palermo, nel quartiere San Giovanni Apostolo, abbiamo scelto di lavorare attraverso la pratica fotografica e di scrittura partecipativa, un Museo collettivo realizzato con il supporto di Minimum, un collettivo di fotografi esperto in linguaggi sperimentali e partecipativi legati all’immagine.

Abbiamo riflettuto con gli abitanti del quartiere su temi educativi e culturali, sul mondo in cui si vive e si cambia nel quartiere e l’immagine fotografica è stata uno strumento prezioso per attivare una narrazione del quartiere rivolta allo spazio pubblico e alle forme di relazione e aggregazione.

Partner fondamentale dell’azione è stata l’Associazione San Giovanni Apostolo onlus, che gestisce un centro attivo della comunità educante del quartiere ed è un importante punto di riferimento

Assieme a loro, una rappresentanza dell’I.C. Saladino per facilitare la connessione Scuola-territorio e artisti e creativi che hanno sperimentato nuovi linguaggi legati all’immagine e indagato la percezione del quartiere dall’esterno

Quello che è venuto fuori dall’intero processo sono una serie di taccuini, fatti di immagini fotografiche e testi, che presentano le diverse voci e visioni degli abitanti sul quartiere San Giovanni Apostolo.

Una serie di volumi sull’identità della comunità stessa e sul territorio che questa abita.

Ogni quaderno, curato ciascuno da un piccolo gruppo di abitanti, ha un proprio carattere, un proprio tema, una propria estetica interna, e soprattutto una propria visione: una voce precisa all’interno di un lavoro corale. 

Il Museo Collettivo prenderà forma in uno spazio del Centro San Giovanni Apostolo dove al momento è in corso l’allestimento che metterà in dialogo le diverse voci e i differenti sguardi sul quartiere.

Non vediamo l’ora di vedere il risultato finale!

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